Sulla mia arte

@ photo Giuseppe D'Angelo

@ photo Giuseppe D'Angelo

Tutto è cominciato per caso, quando un giorno regalai tele, colori e pennelli ad un amico e finì per usarli io.

Le prime pennellate furono folgoranti. Provai una sensazione di appartenenza, di rapporto corporeo con la tela enorme, con gli odori dei colori ad olio, con le tonalità che creavo.  Completai il lavoro senza accorgermi che era sera, il tempo era trascorso fluido, lo spazio attorno a me era superfluo, tutto divenne  inesistente, accessorio. La pittura riempiva lo spazio e il tempo ma anche un vuoto interiore che così andavo a colmare.

Non c’è quasi mai un disegno nei miei lavori. C’è un gesto, istintivo ed energico, spesso impetuoso. C’è un gioco di sfumature, gradazioni, tonalità. C’è la ricerca e la sperimentazione delle reazioni tra gli elementi. C’è un’ appassionato abbandono alla fluidità dei colori e alla predominanza tra di loro.

La mia pittura non è un esercizio quotidiano. Ieri come oggi dipingo per raccontare e sviscerare un mio stato d’animo; lavoro quando ho qualcosa da dire, da “buttare fuori”. E allora mi immergo, carnalmente, nella pittura e, nella libertà che concede l’autodidattica, sperimento tecniche e sostanze diverse inseguendo non solo un’idea, ma un piacere, un compiacimento nel dare vita e forma ai pensieri spaziando tra più generi e soggetti. Manca per ora una sintesi finale. La sto cercando.

@ photo Luciana Latte

@ photo Luciana Latte


@ photo Giuseppe Cembalo

@ photo Giuseppe Cembalo

Nei primi tempi amavo dipingere grandi prati, pieni di una luce che non ha un'ora, spazi  senza una stagione definita, campi non seminati, non luoghi, vie di fuga.

 

 

 

 

 

 

@ photo Giuseppe Cembalo

Poi ho sentito il bisogno di dipingere arte astratta per tradurre emozioni in forme, linee e colori in un alternarsi di avvicinamento ed astrazione dalla realtà, rappresentando sulla tela un’istintiva pulsione energetica.

 

 

Altri in cui mi sono autoritratta, fra le stagioni che scandiscono e modellano il mondo interiore femminile. Donne dalle linee essenziali quasi vergate, solide e materiche, a volte morbide altre spigolose e scarnificate, depurate di ogni apparenza. Figure imperfette che spingono, tra sensualità e passione, verso l’esaltazione del proprio essere: adolescente, donna, madre, amica, amante e vita. 

 

@ photo Giuseppe Cembalo

@ photo Giuseppe Cembalo

@ photo Giuseppe Cembalo

E poi i vulcani, il Vesuvio, perché chi, come me, nasce a Napoli lo sa cosa significa “la montagna di fuoco”, icona fatale e smagliante sullo sfondo di mille peculiari storie controverse e rumorose di questa città che per sua stessa Natura, offre ogni giorno spunti creativi e occasioni per esprimere la propria arte, qualunque essa sia.

“Stella polare per i napoletani” secondo la felice definizione di Erri de Luca, un vero e proprio topos, cioè una forma che può venir riempita di volta in volta di un contenuto diverso ma sempre attuale, che mai mi stanco di dipingere, forse perché ho avuto la fortuna di averlo di fronte ogni giorno e di vederlo cambiare di colore ogni ora in ogni stagione.

 

 

FeBe